Pozzi in molte zone dell’Africa, il lavoro del “Progetto Marco”
L’Africa più povera come il Malawi, il Congo e il Camerun sembra molto lontana dalla nostra realtà. Ed è proprio lì che opera “Progetto Marco”, l’ong guidata da Salvatore Spinosa, che parla delle realizzazioni compiute al microfono di Maria Cristina Montagnaro:
R. – Il Congo, come tutto il resto dell’Africa, ha tanta acqua nel proprio sottosuolo, si tratta solo di scavare. Quest’anno, abbiamo finito un progetto molto ambizioso, che è un progetto agricolo, che ci ha permesso di dare fertilità a 34 ettari di terreno…
D. – In quali condizioni vivono queste popolazioni?
R. – Per noi occidentali sono inimmaginabili! Sono molto, molto arretrati. Ma laddove c’è solidarietà e c’è concretezza si ristabiliscono certi parametri. Anzitutto la produzione del cibo, che è poi la parte più importante, e ovviamente la fornitura di acqua. Noi abbiamo sposato queste due realtà.
D. – Cosa avete realizzato in questo anno?
R. – Più di 20 pozzi e abbiamo dato la conclusione a questo progetto agricolo che ha coinvolto circa 3.000 famiglie, che adesso sono autonome. In questi luoghi, in questi 34 ettari, stiamo costruendo una scuola.
D. – Perché vi chiamate “Progetto Marco”?
R. – La nostra Associazione è nata per volontà di Marco, un ragazzo di Roma, di 17 anni, che ha amato la vita, che sprona tutti – in modo particolare i giovani – ad amare la vita e sprona tutti ad essere solidali e a portare concretamente l’esempio del Vangelo.
D. – Come è stata finanziata?
R. – Insistiamo a dire che i contributi ci sono stati donati in buona parte dalla Cei. Noi questa assistenza la chiamiamo “autonomia”, perché questa assistenza la trasformiamo in autonomia. In totale, abbiamo scavato 365 pozzi, tra Malawi, Congo, Ghana, Camerun e Zambia.
D. – Sappiamo che l’acqua c’è, ma si trova in grande profondità…
R. – Non necessariamente in grande profondità. Noi facciamo dei pozzi, scavando al massimo 50-60 metri. Addirittura, in Malawi e in Congo a 30-35 metri si trova l’acqua… Quindi, come dicevo prima, l’acqua c’è ovunque, basta scavare. A tal proposito, abbiamo anche comprato e spedito con un nostro container, lo scorso maggio, una perforatrice che stiamo facendo lavorare, ma che poi doneremo alla popolazione, facendo ovviamente dei corsi di formazione, affinché siano loro poi a gestirla e a scavare il più possibile. Sul nostro sito www.progettomarco.it ci sono tutti i nostri documenti.